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ToggleDai germogli della cannabis dipende la germinazione che è la primissima fase di crescita di una pianta. Più precisamente: dal germoglio di cannabis e dalla sua germinazione la pianta prende vita. Per cui si tratta di una fase semplice e naturale, ma – allo stesso tempo – fondamentale. Il buon coltivatore deve considerare una serie di fattori per la germinazione e deve sapere che può avvenire in diverse modalità.
In questo articolo spiegheremo, nello specifico, caratteristiche e metodi della germinazione dei semi di cannabis.
Santa semente: il seme conta, e fa la differenza! Per chi non lo sapesse si dà il caso che, per la cannabis come per altre piante, i semi non sono tutti uguali. Ci sono semi e semi. Semi di alta qualità e semi di scarsa qualità. Come riconoscerli? Non c’è una formula magica o matematica, l’esperienza regna sovrana ma ci sono piccoli e significativi indizi che l’occhio del coltivatore può considerare:
Attenzione: è importante non interagire con il germoglio di canapa a mani nude.
Il rischio di contaminarlo e ridurre l’efficacia in fase di germinazione è concreto. Per cui il nostro consiglio è di agire sempre in condizione di igiene (guanti medicali e pinzette sono due ottimi strumenti quando si ha a che fare coi germogli di marijuana).
Prima di raccontarvi i diversi metodi per la germinazione dei semi, bisogna spendere due parole sulla temperatura e il contesto ambientale:
La pianta della canapa, è risaputo anche dai meno attenti all’argomento, è molto sensibile agli agenti atmosferici che possono incidere moltissimo sulla crescita qualitativa degli arbusti e delle infiorescenze. Di seguito i consigli fondamentale per preparare un ambiente giusto alla germinazione dei semi:
È importante ribadire che ogni fase di crescita della pianta ha bisogno di condizioni peculiari. In questo momento stiamo trattando l’intervallo temporale che va dalla semina alla germinazione.
Ogni metodo ha i suoi perché positivi e negativi. Di seguito vi segnaliamo diverse possibilità per la germinazione dei semi di cannabis. Vi consigliamo anche la lettura di un nostro articolo dedicato all’importanza del terreno per coltivare cannabis.
Il più diffuso, il più semplice, il più sicuro. Diminuisce quasi a zero il rischio di contatto e manipolazione del seme. Consiste nel prendere un vaso, riempirlo di terriccio umido, creare un foro profondo 4-5 millimetri e inserirgli delicatamente il seme. Una volta posto nel suo apposito spazio va ricoperto con una lieve strato di terriccio (sempre umido) senza comprimere il seme stesso. Il tempo di germinazione è di circa 2-3 giorni.
Consigliamo, per mantenere lo stato di umidità, di coprire il vaso con una pellicola trasparente. Una volta spuntato il germoglio è possibile rimuovere la pellicola e predisporre la pianta alla fase successiva.
Dal punto di vista tecnico è la più semplice, ma per quanto l’operazione sia banale il rischio che il seme resti per troppo tempo in acqua, privo di ossigeno, collassando, è abbastanza alto. Per la germinazione della marijuna in acqua basta prendere un seme e immergerlo in un bicchiere d’acqua.
I primissimi esperimenti scientifici che ci mostrano a scuola si basano proprio su questo tipo di germinazione: vi ricordate il fagiolino immerso nel bicchiere? È la stessa identica cosa, ma l’esperimento in classe si svolge nella propria stanza e al posto del fagiolino abbiamo un seme di marijuana legale.
Dopo circa ventiquattro ore dovreste accorgervi che son spuntate le foglioline; indi per cui la germinazione è conclusa e prenderà il via la fase successiva, quella vegetativa.
Altro metodo davvero semplice, simile (se non quasi identico) al precedente. Anzi, più precisamente: è una specie di sintesi tecnica dei primi due. Potrebbe essere un valido metodo da sperimentare prima di passare a quello in terra.
Si prende della carta assorbente e la si umidifica (non fate l’errore di inzupparla d’acqua), oppure del cotone.
Il passaggio successivo è quello di porre nella carta assorbente o nel drappo di cotone il nostro seme facendo in modo che lo stato di umidità resti costante. Come? Un mezzo semplice e alla portata di tutti è quello di avvalersi di un contenitore di plastica, un classico tupperware, in cui riporre la base col nostro seme. Il contenitore dovrà giacere in uno spazio con la giusta temperatura e poi, a germinazione avvenuta, passerete alla fase di interramento.
Si tratta di un metodo adatto in special modo per i germogli autofiorenti della cannabis. Come primo atto bisogna preparare una lana di roccia, inumidirla e bagnarla anche con degli stimolanti per la crescita delle radici. Poi, una volta preparata la base, andiamo a inserire nell’apposito spazio, il nostro seme. Come al solito bisogna riporre la lana in un ambiente adatto: umido, caldo e luminoso. A germinazione avvenuta andremo a spostare il germoglio in vaso e in terra, cominciando così la fase vegetativa. Anche in questo caso bisogna attenzionare la miscela di acqua e stimolante con cui bagniamo la lana di roccia.
Nota bene: non sapete come autoprodurre lana di roccia? Tanti professionisti del settore la producono al posto vostro, a prezzi più che accessibili, pronta per l’uso.
Ci teniamo a ribadire che tutte le tecniche offrono buone probabilità di successo e racchiudono in sé vantaggi e svantaggi. Spesso l’insuccesso è dovuto a germogli non “fecondi” per natura. E questo non dipende dal vostro livello di maestria nel coltivare o dagli strumenti di cui disponete o dal metodo di germinazione scelto; ma semplicemente dalla natura stessa del germoglio di canapa.
Quindi, come dicevamo pocanzi, fate attenzione alla scelta dei semi, dopodiché bisogna mettersi all’opera.
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